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La mindfulness

La mindfulness

"Il passato è ricordo. Il futuro è sconosciuto. Il momento presente è ciò che possiamo conoscere" (Il Buddha)
Il termine Mindfulness è la traduzione in inglese della parola "Sati" in lingua Pali, che significa "attenzione consapevole" o "attenzione nuda". Secondo la definizione di Jon Kabat-Zinn, Mindfulness significa "porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante".
Si può descriverla anche come di un modo per coltivare una più piena presenza all’esperienza del momento, al qui ed ora. Si tratta cioè di
dirigere intenzionalmente la propria attenzione a quello che accade dentro di sé (pensieri, emozioni, sensazioni fisiche) e intorno a sé, momento dopo momento, ascoltando più accuratamente la propria esperienza, e osservandola per quello che è, senza lasciarsi andare in ragionamenti, giudizi, tentativi di spiegazione.
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Noi siamo infatti abituati ad applicare giudizi ed etichette ad ogni cosa: questo è bello, questo è brutto, questo è giusto, questo è sbagliato, questo è buono questo è cattivo, questo si può fare, questo no. L'attenzione non giudicante è, appunto, un'attenzione in cui si rinuncia deliberatamente ad applicare etichette e giudizi all'oggetto della nostra attenzione. Con la Mindfulness ci si "allena" ad applicare un'attenzione nuda, diretta, senza filtri, a ciò che è, nel momento in cui è, esattamente come viene percepito.
L’addestramento che porta a sviluppare la capacità di raggiungere un’attenzione consapevole e non giudicante avviene attraverso una serie di
esercizi di tipo meditativo.
Ci sono due tipi di pratiche di consapevolezza, entrambi molto importanti: 1) la pratica formale; 2) la pratica informale.
Impegnarsi nella
pratica formale significa ritagliarsi del tempo ogni giorno per mettersi seduti, in piedi o sdraiati, e concentrarsi sul respiro, le sensazioni corporee, i suoni e altri sensi, o sui pensieri e le emozioni. La pratica informale comporta invece di portare la piena consapevolezza nelle attività quotidiane, quali mangiare, lavarsi, fare ginnastica, leggere, svolgere le faccende domestiche.
Un insegnante camminava con i suoi studenti e indicando un masso molto grande disse: “Studenti, vedete quel masso?” e i discepoli risposero: “Sì, maestro, lo vediamo”.
E, ancora, disse: “Secondo voi è pesante?”.
Gli studenti dissero: “Sì, certamente molto pesante maestro!”.
E il maestro: “No, finché non lo sollevate!”.
Durante la pratica non c’è alcun risultato che si vuole raggiungere, nessun obiettivo particolare che si deve perseguire, ma semplicemente concedersi di accogliere qualsiasi esperienza si presenti per come essa è, senza desiderare di cambiarla e senza tentare di controllarla, combatterla o evitarla, ma diventando invece testimoni e osservatori di essa. Non c’è un modo giusto o sbagliato di fare gli esercizi o di sentirsi. Qualsiasi cosa si percepisca va bene, perché è semplicemente l’esperienza di quel momento.
Questo permette alla persona di
vivere pienamente e consapevolmente il momento presente, di osservare quello che sta accadendo e di conoscerlo.
La pratica costante di Mindfulness può portare ad una
maggiore conoscenza di se stessi, da una parte delle proprie intenzioni, dei propri desideri e bisogni, e dall’altra, a una maggiore conoscenza del funzionamento della propria mente, e del suo modo di interpretare, predire, concettualizzare, giudicare, del suo modo di legarsi alle cose e di cercare di fuggire, e quindi persino, del suo modo di creare sofferenza. Inoltre la Mindfulness, nell’offrire una diversa qualità di presenza, può favorire la costruzione di una differente prospettiva delle esperienze della vita, aprendo la strada alla possibilità di sperimentare scelte nuove, consapevoli e funzionali al proprio benessere.
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