Può succedere allora che lo studente:
• riesca a studiare ma con enorme fatica, dovendosi interrompere troppo spesso e per troppo tempo perché demotivato, stanco o annoiato;
• provi a studiare imbattendosi però in mancanza di concentrazione, distraibilità e sonnolenza, con il risultato di non riuscire a combinare nulla;
• provi a mettersi davanti al materiale da studiare ma senza riuscirci, sperimentando una specie di repulsione e rimandando lo studio ad un momento in cui si sentirà più pronto.
La condizione dello studente bloccato può essere davvero difficile. Alcuni studenti arrivano a sperimentare veri e propri attacchi di panico, esperienza davvero invalidante, che li costringe ad evitare l’ambiente scolastico.
Non sono rari pensieri auto-svalutanti dovuti alla sensazione di non riuscire a fare ciò che si vorrebbe o dovrebbe fare. Lo studente inizia così a criticarsi, si ripete di non essere all’altezza, di essere un incapace ed inizia a provare forti sentimenti di inadeguatezza e colpa a causa di questa presunta incapacità.
A volte può esserci anche una reazione di tipo depressivo, dovuta alla frustrazione per non riuscire più a fare ciò che si vorrebbe: lo studente può passare settimane, se non mesi, in uno stato di immobilismo «depressivo».
Agli occhi di familiari, insegnanti, amici lo studente può sembrare «semplicemente» svogliato, disinteressato o pigro. In realtà, lo studente vorrebbe studiare, ma appena ci prova, alla sola idea di avvicinarsi al libro, si blocca. Nell’intimità si sente imprigionato, schiacciato, oppresso dal senso del dovere, dall’obbligo. Sente che è diventato impossibile studiare spontaneamente.